Lettera a Bearzot

Il Vecio, Pablito, il Mundial ’82 e altri incantesimi

di Darwin Pastorin 

LA SCHEDA DEL LIBRO

Il vecio, Pablito, il Mundial '82 e altri incantesimi

Quarant’anni dall’indimenticabile notte del Bernabeu. Una lettera “a cuore aperto” a Enzo Bearzot, il Vecio: l’artefice numero uno del trionfo mondiale del 1982. Un viaggio a ritroso nel tempo e nella nostalgia, dal Brasile a Torino, fino alla notte di Madrid. Il ritratto di un uomo sincero, dalla schiena dritta, un Don Chisciotte che non ha mai smesso di seguire i propri ideali ed essere fedele ai suoi valori. Un grande italiano di ieri, che avremmo tanto bisogno di avere ancora qui, oggi, in questo presente smarrito.

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  • Autore: Darwin Pastorin
  • Genere epistolare
  • Pagine 112
  • Compagnia editoriale Aliberti

L'AUTORE

Darwin Pastorin

è nato a San Paolo del Brasile nel 1955. Figlio, nipote e pronipote di emigranti veneti. Giornalista. Narratore di storie calcistico-letterarie. Suo figlio si chiama Santiago per il pescatore de Il vecchio e il mare di Hemingway. Ha un blog su Huffington Post. È cittadino onorario di Nichelino (TO) e membro del Comitato Scientifico del Museo della Juventus (JMuseum). Da ragazzo giocava centravanti.

Articoli e recensioni

Nel libro di Darwin Pastorin il ritratto umano e sportivo del grande tecnico friulano e la favola epica del riscatto di Paolo Rossi

[...] Come in passato con opere quali Lettera a un giovane calciatore Lettera a mio figlio sul calcio, Darwin Pastorin ha voluto abbracciare anche stavolta il genere epistolare. Particolarmente congeniale a un autore che ha sempre avuto il dono, molto raro, di saper trasmettere al lettore forti emozioni nel raccontare l’epica dello sport. “È un genere che trovo più immediato, una forma che ho sperimentato già in passato e che ho trovato particolarmente efficace, ad esempio per raccontare il percorso umano e sportivo di un giovane calciatore – ci spiega lo scrittore.

(Sebastiano Catte, Agenzia Comunica)

Darwin Pastorin: caro Enzo, ti scrivo

Il giornalista paulista-torinese firma il libro “Lettera a Bearzot”, ritratto umano, ancor prima che sportivo del ct campione del mondo del 1982: un'impresa lunga quarant'anni.

Sembra un’estate fa, quando con l’allegra brigata del “Premio Osvaldo Soriano”, a Portopalo – comune più a Sud di Tunisi – (Coccia, Taccone, Argentina, Sanguedolce e il sottoscritto) rimasti in panne con l’auto davanti alla riserva di Vendicari ascoltammo dalla viva voce di un accaldato Darwin Pastorin il racconto del suo “Vecio”. Se Gigi Garanzini è il biografo ufficiale di Enzo Bearzot, Pastorin ne è il ritrattista principe, e leggere la sua Lettera a Bearzot (Aliberti. Pagine 104. Euro 10,90. Prefazione di Alessandro Di Nuzzo) mi ha emozionato, anzi commosso. Ma soprattutto mi ha fatto ritrovare quelle affinità elettive che con Darwin talvolta vanno a intermittenza: forse per via della sua “doppia anima” piemontese-paulista o magari anche per la mia irrequieta irregolarità di voce narrante da queste colonne. 

(Massimiliano Castellani, Avvenire)

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