Per Gianni Mura, saggi, ricordi, testimonianze

a cura di Adalberto Scemma 

LA SCHEDA DEL LIBRO

“Per Gianni Mura” offre una lettura agile, pur nelle evidenti connotazioni di impegno linguistico, ed è diviso opportunamente in sezioni. Claudio Rinaldi ha aperto il volume con una sorta di (auto)biografia ripercorrendo le tappe del percorso di Mura, poi approfondito dall’intervento di Franco Contorbia su René Guy Cadou e dal dialogo orchestrato tra Adalberto Scemma e Gilberto Lonardi. Sergio Giuntini ha esplorato le radici giornalistiche di Gianni Mura (l’esordio sulle pagine de “La Gazzetta dello Sport”) mentre Fernando Acitelli, Andrea Maietti, Massimo Raffaeli e Adalberto Scemma hanno curato il capitolo “I sogni e le passioni”. Testimonianze suggestive sulla personalità sfaccettata di Mura sono state fornite da Adriano Ancona, Damiano Tommasi, Stefano Bizzotto, Alberto Brambilla, Massimiliano Castellani, Alessandro Chiappetta, Adalberto Scemma, Vittorio Testa e Furio Zara. Spazio anche alla passione di Gianni per la cucina e per i vini (interventi di Massimiliano Castellani, Gigi Garanzini, Katia Golini e Adalberto Scemma) e per il ciclismo (le pagine del Tour rivisitate da Pasquale Coccia e Lorenzo Longhi).

Il “metodo Mura” è stato illustrato dai colleghi storici de “La Repubblica” (Emanuela Audisio, Michele Serra, Giuseppe Smorto e Fabrizio Ravelli). Infine i compagni di strada (Tony Damascelli, Luciano Del Sette e Darwin Pastorin) testimoni di un percorso professionale (il lavoro da inviato e la parentesi di Emergency) che ha sempre visto Gianni Mura in prima linea.

L'AUTORE

Adalberto Scemma

Nato a Mantova, Adalberto Scemma è una firma storica di molte testate nazionali e del “Corriere dello Sport – Stadio”, nonché docente di Letteratura sportiva e scrittura di sport all’Università degli Studi di Verona. Ha seguito come inviato speciale tutti i grandi avvenimenti sportivi, dai Campionati del mondo alle Olimpiadi. Ha vinto il “Premio Carlin” per i migliori servizi realizzati sul Mondiale di Mexico’86. Come giornalista ha lavorato per i quotidiani “Il Resto del Carlino” e “Gazzetta di Mantova”. È stato inviato speciale de “L’Arena” di Verona (1970-1990), realizzando inchieste di cronaca nera, di economia e di costume e curando la rubrica di arte e le pagine culturali, oltre ad aver collaborato con Gianni Brera al “Guerin Sportivo”. In Rai è stato consulente della Tv dei Ragazzi, sceneggiatore di “Ultimo minuto” e opinionista sportivo di Radio Rai.

Articoli, recensioni, anticipazioni

Dalla prefazione di Adalberto Scemma

In lingua sarda (lingua, non dialetto) Fortza paris! vuol dire “Forza, tutti insieme!”. Era il grido di battaglia della “Brigata Sassari”, dove nessuno voleva subire l’onta di andare all’assalto in seconda linea. Tutti avanti ma insieme, alla pari, l’uno di anco all’altro.

Fortza paris! non era soltanto un grido di battaglia, per il sardo Gianni Mura, ma una dichiarazione di a etto. Sapeva di fraternità, di impegno comune, era la sintesi di quel suo modo serio ma non serioso di intendere e di affrontare, tutti insieme, le cose di vita. Con semplicità e con rigore ma anche con una nota ineffabile d’ironia. Com’è nello stile dei sardi. Gilberto Lonardi paragonava il linguaggio di Mura a un adorabile film in bianco e nero, il discorso che gluiva privo, o quasi, di “colorate, screziate punte linguistico-espressive e che assumeva di conseguenza una costante naturale”. Aboliti i riferimenti al Brera espressionista, Gianni Mura era già nel futuro: riusciva sempre a far coincidere la sua caratura di intellettuale ricco di impegno con la curiosità naive del popolano.

La narrazione di Gianni Mura da parte dei critici militanti (quelli veri, quelli esenti da snobistiche puzzette sotto il naso) aveva finito inesorabilmente per coincidere con gli studi e gli approfondimenti après Brera. Proprio a Mantova, nella settecentesca aula magna del Liceo Classico Virgilio, si era tenuto nel febbraio 2019 il convegno per la celebrazione ufficiale del Centenario del Gioânn. Presenti i Senzabrera storici, di matrice sia universitaria che giornalistica, ma non Gianni Mura. Defilatosi, lo confesso, su mia indicazione. “Mi insegue ormai da decenni - argomentava sottovoce - l’etichetta di erede di Brera. Ma non è così. Prima di tutto perché Brera, inimitabile, non ha lasciato eredi. E poi perché a settant’anni e passa credo di avere diritto a una mia umile identità personale...”.

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“Per Gianni Mura”, a Roma l’omaggio al grande giornalista e scrittore scomparso due anni fa

Sono due anni che Gianni Mura è mancato (davanti al mare di Senigallia, all’età di 74 anni) ma è sempre vivo il suo ricordo in chi l’ha conosciuto e lo ha amato come grande uomo di penna e per le sue doti di rara umanità. Gli amici di una vita e numerosi suoi compagni di strada gli hanno reso omaggio in un libro curato da Adalberto Scemma – Per Gianni Mura, saggi, ricordi, testimonianze (Edizioni Zerotre) – che sarà presentato a Roma venerdì 20 maggio presso la Sala Alessandrina, all’interno del Museo storico dell’Arte Sanitaria, con inizio alle ore 17. All’incontro, organizzato e promosso dalla Fondazione Levi Pelloni in collaborazione con CAPIT e la Fondazione Francesco Raponi, interverranno Adalberto Scemma, Pino Pelloni, Angelo Carotenuto, Darwin Pastorin (in collegamento video), Claudio Rinaldi, Giuseppe Smorto Furio Zara.

Il volume, dopo la prefazione di Adalberto Scemma, si apre con un intervento di Claudio Rinaldi, una sorta di (auto)biografia attraverso le tappe del percorso di Mura, poi approfondito dall’intervento di Franco Contorbia su René Guy Cadou e dal dialogo orchestrato tra Adalberto Scemma e Gilberto Lonardi. Sergio Giuntini ha esplorato le radici giornalistiche di Gianni Mura (l’esordio sulle pagine de “La Gazzetta dello Sport”) mentre Fernando Acitelli, Andrea Maietti, Massimo Raffaeli e Adalberto Scemma hanno curato il capitolo “I sogni e le passioni”. Testimonianze suggestive sulla personalità di Mura sono state fornite da Adriano Ancona, Damiano Tommasi, Stefano Bizzotto, Alberto Brambilla, Massimiliano Castellani, Alessandro Chiappetta, Adalberto Scemma, Vittorio Testa e Furio Zara. Spazio anche alla passione di Gianni per la cucina e per i vini (interventi di Massimiliano Castellani, Gigi Garanzini, Katia Golini e Adalberto Scemma) e per il ciclismo (le pagine del Tour rivisitate da Pasquale Coccia e Lorenzo Longhi). Il “metodo Mura”, infine, è stato illustrato dai colleghi storici de “La Repubblica” (Emanuela Audisio, Michele Serra, Giuseppe Smorto e Fabrizio Ravelli). Infine i compagni di strada (Tony Damascelli, Luciano Del Sette e Darwin Pastorin) testimoni di un percorso professionale (il lavoro da inviato e la parentesi di Emergency) che ha sempre visto Gianni Mura in prima linea.


(Sebastiano Catte, Agenzia Comunica)

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