LA SCHEDA DEL LIBRO
«Eravamo megalomani e romantici. Eravamo romanisti». Mescolando alto e basso a ogni riga, divagazioni e scene formidabili, "La gioia fa parecchio rumore" parte come un trattatello filosofico sull'amore per diventare a poco a poco un romanzo corale di grande forza. Attorno alla fede romanista del protagonista bambino si condensa un microcosmo di padri, nonni, zii, fratelli di fede giallorossa, una comunità vera e propria, allegra, sterminata, capace d'iniziarti alla vita. Poi c'è Barabba, che vive in una roulotte lungo la ferrovia: spetterà a lui svelare al bambino la quantità di universi concentrati in una sola maglia di calcio. La numero cinque. La indossa un brasiliano atipico, un centrocampista che arriva in punta di piedi e realizza il sogno proibito di tutti i tifosi, l'innominabile parola che inizia con la s... Un romanzo tempestoso che ubbidisce a una sola regola: dire la vita con tutta l'energia che ci si ritrova addosso.
------------------------
L'AUTORE
Laureato in Filosofia alla Sapienza - Università di Roma, esordisce come scrittore nel 2010, pubblicando la raccolta Nostalgia del vento (Amaranta editrice) composta da tre racconti. Nel 2012 pubblica per Giulio Einaudi Editore la raccolta di racconti Dentro, con cui vince il Premio Chiara 2013 (davanti a Marco Vichi e Mauro Corona) ed è selezionato tra i finalisti del Premio Dessì 2012. Sempre per Einaudi nel 2013 è co-autore dell'antologia Scena Padre e nel 2020 dà alle stampe il romanzo La gioia fa parecchio rumore.
La carbonara è come deve essere, romana fino all’ultimo rigatone; il polpettone è come lo faceva la nonna (forse un briciolo troppo unto, ma anche la nonna ci dava dentro col condimento); per dessert, secondo il noto modo di dire, ci sono solo tarallucci e vino. Il cameriere, invece, potrebbe sembrare fuori posto. Capelli rasta avvolti in una crocchia, sguardo sveltissimo, lingua ancora più veloce e sferzante. Ti prende sfacciatamente per il culo ma ti diverti. Altri l’hanno fatto di mettere ai tavoli una specie di comico; se non ti offendi, ti fai due risate. Ma qui, all’Hosteria la Sagra del Vini da Candido a via Marziale, zona Trionfale, Roma Nord, non è un gioco, non c’è calcolo. Tutto è vero: il grande Candido Rovazzani non c’è più, i figli Valentino e Maura gestiscono con amore e passione cucina e sala, ma quello con i capelli rasta non è messo lì a fare spettacolo. Lui, Sandro Bonvissuto, è un cameriere unico nel suo genere: professionista del servire in tavola (lo fa da vent’anni) e scrittore vero e di valore.
(Massimo Razzi, Repubblica)
“Io sono nato davvero quando ho cominciato ad amare, perché quello è l’evento che ha tagliato in due la mia vita. L’unico che oggi sia in grado di riconoscere per vero. Cominciare ad amare è come rompere qualcosa che prima funzionava, è disobbedire all’ordine precedente, smettere di subire l’amore per esercitarlo”.
(Sebastiano Catte, La Voce di New York)