La FISPES e i suoi splendidi atleti. Lo sport come spinta per vivere

Storie meravigliose. Come meravigliose sono le persone che le vivono e le raccontano. Regista di classe la Fispes, acronimo di Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali. Mette tutti nella condizione di sentirsi compagni di viaggio verso speranza, rivincita, riscatto. Lo sport ha sdoganato a titolo definitivo la vecchia immagine del disabile sfortunato. Oggi possono essere atleti capaci di gesti tecnici sensazionali. Sono l’Italia che ha messo in riga il mondo alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. La mission Fispes a bersaglio. Questo libro è nato per raccontare opera e storia di tutti quelli che l’hanno vissuta e la vivono. In compagnia delle voci e delle immagini di campioni che nulla hanno da invidiare ai fuoriclasse normodotati.

Prefazione di Emanuela Audisio

Absolutely Free Libri

La prefazione di Sandro Porru, Presidente della FISPES

La vita è un’avventura meravigliosa. Lo dice un aforisma che viene spesso citato nei contesti più variegati ma di cui, il più delle volte, non si comprende la profondità. Questo libro è dedicato a tutte quelle persone che sono alla ricerca di sé e che spesso si fermano, con pregiudizi e tabù culturali, di fronte alle prove che il proprio percorso di crescita personale incontra lungo il cammino della vita. Vuole essere, inoltre, l’espressione di un’identità di famiglia che, con tutti i nostri limiti insiti nella nostra umanità, si sforza di essere aperta ed accogliente per stimolare ciascun componente a condividere i propri talenti e le proprie abilità in funzione della crescita personale e della costruzione del bene comune. Un libro particolarmente impregnato di limiti da superare, di talenti nascosti e abilità inespresse che, all’interno di esperienze di vita che porterebbero a pensare al “tutto è finito”, in realtà si liberano in una rinascita. Una “vita nuova”, dove tutto è possibile e dove la resilienza diventa il punto di forza per una crescita individuale e collettiva senza alcuna barriera. Una resilienza che mette in gioco, creando una rete che accoglie ed abbraccia chiunque, offrendo sorrisi, calore e speranza.

Grazie all’inconfondibile e strabiliante penna dell’ormai amico fraterno Franco Esposito, che ringrazio di cuore per aver messo a disposizione il suo incredibile talento per quest’opera, leggerete numerose esperienze di vita da parte di diversi componenti della famiglia: atleti, tecnici, volontari, consiglieri, collaboratori, bambini, genitori, sostenitori, insomma di tutti coloro che, ciascuno nel proprio ruolo, in modo armonico e con la passione nel cuore, danno vita alla meravigliosa famiglia FISPES.

Esperienze singole che testimoniano in modo dirompente che, anche nelle più cruente prove della vita, è possibile rinascere e proiettarsi verso una dimensione nuova, in cui la diversità diventa un valore inestimabile ed una immensa ricchezza personale e collettiva. Esperienze di famiglie che si trovano tra le braccia bimbi con disabilità che tramutano la gioia di una vita che nasce, così tanto attesa, in un futuro che non dà speranza ma che in realtà, a dispetto di tutto e di tutti, può continuare a sbocciare. Una nuova vita di valori, di con- cretezza, di gesti quotidiani, pieni d’amore, di pazienza, di rispetto, di quell’attenzione verso l’altro che ci porta ad essere persone migliori.

Il filo conduttore che ci accompagnerà nella lettura è la legge della natura, fatta di “morte e resurrezione”. Una “morte” rappresentata dai momenti di difficoltà, di sofferenza, di abbandono, di sconforto, da quelle sensazioni di impotenza davanti alla disabilità e non solo, dove tutto sembra insormontabile e la speranza tende a svanire. Ad un certo punto quando tutto diventa irreversibile e irreparabile, ci troviamo di fronte ad una scelta: la disperazione o la resilienza.

La prima strada ci porta in un vicolo cieco che comporta una chiusura totale in se stessi e una ribellione generale verso tutto ciò che abbiamo attorno. La seconda ci chiede un ulteriore passo: quello di abbandonarci per trasformarci in dono gratuito verso l’altro, proprio così come siamo.

È incredibile come questo passo possa stravolgere la nostra esistenza. Da questo momento però parte l’esperienza di “resurrezione” a nuova vita e diventa quindi normale sentire quelle parole da parte dei nostri ragazzi che dicono “quando vedevo ero cieco, ma ora che sono cieco vedo tutto più nitido”, oppure “quando camminavo non riuscivo ad andare oltre il mio orticello e ora che sono su una carrozzina, il mondo è la mia casa”. Davanti a questa grandezza a volte mi chiedo: ma la disabilità esiste davvero? Più vado avanti negli anni e più sono convinto che anche questo è solo uno stereotipo mentale. In realtà, la disabilità non è altro che una componente della naturale diversità della persona. È la relazione tra le persone che crea gli handicap e le distanze rispetto alle diversità di ciascuno. Nello sport è naturale mettersi a nudo con la propria diversità, ma anche concentrarsi sul proprio talento e sulle proprie abilità che diventa uno stimolo incredibile sullo sviluppo e la valorizzazione della propria autostima. È in pista, sulle pedane da lancio, su un campo di calcio o su quello di rugby in carrozzina che la disabilità sparisce. Nessuno ormai ci fa più caso, perché ci si focalizza sui gesti atletici e tecnici, che risultano inaspettati e sbalorditivi agli occhi di chi ha vissuto con la benda dei pregiudizi e dei tabù culturali. È attraverso questa esperienza, diretta o indiretta, che si acquisisce la consapevolezza che la differenza non è data da una gamba che manca o da un occhio che non vede, ma da quella determinazione di andare oltre, credendo in se e mettendosi in aperta relazione con gli altri. Convinti che nulla è impossibile a tal punto che qualsiasi condizione viviamo, attraverso le uniche e irripetibili capacità di ciascuno, tutti possono fare tutto, con la meravigliosa diversità tradotta splendidamente dal concetto de “l’insuperabile è imperfetto”. Penso che la realtà della FISPES sia una forte testimonianza di tutto ciò. Una famiglia che accoglie chiunque, senza barriere e preconcetti, che cerca di dare tutte quelle attenzioni e opportunità per dare libera azione ai propri talenti e alle proprie abilità.


Un’identità che possa essere d’esempio e faro di speranza per chiunque si possa trovare in difficoltà nel proprio percorso di vita. Una mamma accogliente e amorosa che non identifica lo sport come mera ambizione di vittoria, ma come habitat ideale di una scuola di vita, capace di meravigliarsi della bellezza altrui per poi porla a fattore comune per il bene di tutti. Questo è essere famiglia.


Un famoso filosofo indiano diceva: “Non piangere quando il sole tramonta, le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle”. Credo che questa frase rappresenti la sintesi dell’identità della nostra Federazione sportiva e delle esperienze personali di tutti coloro che le danno vita. Questo essere e questo sentire rendono veramente la vita un’avventura meravigliosa, che ci porta ad ammirare la bellezza unica e irripetibile di tante stelle, tra le quali ci siamo noi e anche voi tutti che leggerete questo libro.

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